BeNe Ladies Tour
La mia prima volta in Belgio è stata grazie al BeNe Ladies Tour. Mi piace un sacco il Belgio, mi trasmette calma e tranquillità, la stessa che provo quando ammiro il paesaggio in cima ad una salita in compagnia della mia bicicletta. Di calma, in questi giorni, però, ce n’è stata poca. Infatti il crono prologo è stata una gara “a tutta”: 4km di pura adrenalina. Questo tipo di prova è molto simile ad un inseguimento individuale in pista e vede avvantaggiate la atlete veloci. Sulla pedana di partenza ero serena, sapevo di essere in una buona forma. Ho chiuso la mia prova con il 12esimo tempo assoluto ed il terzo nella classifica giovani. Ero contenta.

SECONDO GIORNO: Il giorno seguente mi aspettavano 136km con alcuni settori in pavè, anche in salita. Nonostante il percorso fosse relativamente facile, si è rivelata ugualmente una gara dura, a causa del vento, di alcune cadute e dal fatto che io, sul pavè, non c’ero mai andata. A poco più di 3 km dalla partenza, una caduta mi ha costretto a cambiare bici ed ho passato così il primo giro ad inseguire per riuscire a rientrare nel gruppo di testa. Il giro seguente, dopo lo strappo più duro in pavè, siamo rimaste davanti una ventina di atlete (compresa me! 🙂 ) con un leggero margine sul resto del gruppo. Pensavo fosse una buona occasione per riuscire in una fuga, ma poco dopo, ad un passaggio a livello, ci siamo dovute fermare (piede a terra) a dare precedenza al treno che passava. Alla fine ho terminato in gruppo.

TERZO GIORNO: Il giorno più impegnativo. Bisognava affrontare un “doppio” impegno, ovvero la gara di poco meno di 100km al mattino e la cronometro individuale di 10 km alla sera. Il percorso era completamente piatto con alcuni km in pavè e tanto vento che si sono fatti sentire. Finita la prima semitappa del mattino ero stanca, ma con la testa rivolta alla cronometro che a lì a poco avrei dovuto affrontare. Questa prova è stata sostanzialmente poi quella determinante per la classifica generale e sapevo di giocarmi un buon risultato.
Le condizioni apparentemente sembravano buone ma partita dalla pedana, da lì a poco mi sono subito resa conto che “non era giornata”. Probabilmente non avevo recuperato abbastanza lo sforzo del mattino. Ho cercato comunque di resistere alla stanchezza realizzando un tempo, che sebbene al di sotto delle mie possibilità, si è concretizzato in una discreta prestazione se confrontata con quelle delle avversarie.


QUARTO GIORNO: Gara molto veloce, con tanti rilanci e anche un po’ pericolosa. Ci sono state un paio di cadute e le andature sono state sempre elevate. Tra l’altro anche il vento ha giocato la sua parte.
Sono molto contenta di aver potuto aumentare il mio bagaglio di esperienza. Questa corsa a tappe mi è sicuramente servito per fare ritmo e confrontarmi con atlete di spessore 🙂














La terza ed ultima tappa era un circuito adatto alle ruote veloci. Anche la mia squadra, composta da tre elementi , presentava ai nastri di partenza una forte velocista, Martina Alzini. Per questo motivo abbiamo corso in funzione del suo sprint, tenendo sempre d’occhio le atlete di classifica, per non perdere la maglia (proprio l’ultimo giorno no eh! Con tutta la fatica che ho fatto nei giorni precedenti…..). ci sono stati vari tentativi di fuga che però non hanno mai visto la speranza di arrivo. Volata a ranghi compatti. Martina è la più veloce e riesce a vincere la corsa (84km). Io finisco nelle prime venti posizioni. Finisco così un giro che mi regala nuove esperienze ed una maglia blu di capoclassifica che mi da molta soddisfazione.
La tappa del giorno seguente presentava un percorso a primo impatto semplice, di 87km con un falso piano non troppo pendente, ma molto lungo, che alla fine si è rivelato decisivo per il gruppo di testa. Infatti il gruppo composto da 150 atlete circa si è rotto in più tronconi da pochi elementi, il più numeroso era il mio, quello di testa. L’obiettivo della giornata era riuscire a conquistare la maglia blu di capoclassifica, che fino a quel momento indossava la vincitrice del giorno prima. Per poter riuscire nel mio intento dovevo ottenere il miglior piazzamento che fossi in grado di raggiungere. Fortunatamente, nonostante i vari tentativi di fuga e grazie alle caratteristiche del percorso, negli ultimi km sono riuscita ad anticipare il gruppo ed arrivare da sola a braccia alzate all’arrivo. La mia azione è stata quella decisiva, ottenendo tappa e maglia.